"Il tratto distintivo della città felice non è l'assenza di pericolo ma l'assenza di paura"

 

Greenjob statisticheLa Rete ANCDV mette a disposizione di Amministrazioni comunali e associazioni, tramite la sua piattaforma di sondaggi online, un’indagine quantitativa sulla Sicurezza dei Cittadini.

Al di là dei molteplici contenuti e significati che possono essere ravvisati nel concetto di sicurezza, le domande presenti nel questionario si concentrano su due tipi di dati conoscitivi.

Il primo richiede di indicare dati di carattere oggettivo: la misura di eventi esterni e verificabili, suscettibili di riscontri visibili e neutrali. In particolare, si tratta di elementi che attengono a comportamenti compiuti o assistiti collegati al tema della sicurezza. All’interno di questo primo ordine di dati sono distinti due argomenti. L’uno attiene agli episodi di illegalità conosciuti, assistiti o subiti dai cittadini, al fine di approfondire il tema della vittimizzazione che, troppo spesso, resta sconosciuto. L’altro riguarda le azioni e le strategie attuate dai cittadini allo scopo di prevenire episodi di criminalità e, in particolare nei confronti dei reati contro il patrimonio. 

La seconda tipologia di dati riguarda fattori posti a metà strada tra l’ambito dell’esteriore e del verificabile e lo spazio che riguarda l’opinione. È da qui infatti che nasce l’ormai nota percezione della sicurezza da parte dei cittadini. 

La conoscenza di tutti questi aspetti circa la sicurezza, risulta essere molto importante anche per i responsabili delle Amministrazioni locali, in quanto essi possono contribuire ad orientare in modo più avvertito ed efficace gli interventi integrati (sociali, urbanistici, di polizia) in materia di sicurezza. 

L’azione pubblica ha una valenza decisiva sul grado di ordine e sicurezza percepito dai cittadini. Allo stesso modo, la percezione dei singoli influisce sul loro comportamento, innescando una sorta di meccanismo virtuoso capace di modellare lo stato di sicurezza dei luoghi abitati. Il livello di ordine e pulizia percepito dai residenti di un determinato quartiere, infatti, può essere indicatore affidabile del grado di criminalità presente in quel territorio. 

Sempre più frequentemente crimine e malavita sono ricondotti ad un problema di decoro urbano, una forma mentis che caratterizza numerose metropoli occidentali e che deve la sua origine alla ‘Teoria delle finestre rotte’, di matrice americana. Scopo di tale teoria è chiarire la genesi della criminalità nei luoghi urbani, identificando anche nel più insignificante atto illecito il principio di un meccanismo capace di produrre conseguenze criminali più complesse ed articolate, come esplicato nella nota metafora del battito d’ali di una farfalla. Formulata nel 1982 dai teorici Wilson e Kellingla teoria delle ‘Broken Windows’ identifica il modello di città sana tramite la metafora della finestra rotta: “Prendiamo un palazzo con alcune finestre rotte. Se le finestre non saranno riparate, i vandali tenderanno a rompere anche le finestre integre. Essi potrebbero anche entrare nel palazzo e, se incustodito, potrebbero occuparlo oppure dargli fuoco. Consideriamo un marciapiede su cui si accumulano rifiuti. In poco tempo la spazzatura aumenterà e le persone potrebbero anche abbandonare sacchetti coi resti del cibo acquistato nei bar”.

L’origine concettuale della teoria è ricondotta ad un esperimento del 1969, attuato da alcuni psicologi sociali della Standford University, sotto la guida di Philip Zimbardo. Dal punto di vista della gestione urbana a metà degli anni ’70 prese piede il Safe and Clean Neighborhoods Program, il quale si prefiggeva di migliorare la qualità della vita in 28 città dello stato del New Jersey. L’idea era quella di far girare poliziotti in ogni città, facendoli passare dalle auto di servizio al pattugliamento dei quartieri a piedi. L’esperimento non ebbe alcuna efficacia sulla repressione della criminalità e riduzione degli atti criminosi, ma gli studiosi rilevarono un risultato sorprendente: i cittadini dichiaravano di sentirsi più sicuri ed erano entusiasti del lavoro svolto dalla polizia. Tutto ciò creò una sensazione generale di sicurezza, pur senza un’effettiva riduzione dei reati predatori. 

Si decretò, quindi, che il vero trionfo della teoria diJ. Wilson eG. Kelling era rappresentato più dalla sua capacità di ridurre la percezione mentale del pericolo piuttosto che dalla sua concreta capacità di contrastare eventuali condotte criminali. Il divieto di accattonaggio, l’allontanamento dei clochard, dei lavavetri, l’obbligo di pagare i biglietti dei trasporti pubblici, eliminare tutti i graffiti, tenere le strade pulite, ecc., nell’immaginario collettivo rappresentarono segni tangibili della presenza dello Stato ed i cittadini hanno ricondotto la percezione di sicurezza vigente nelle proprie città all’opera accorta dell’amministrazione pubblica.

Ma l’esperimento non si fermò a questo. Difatti la sola percezione di sicurezza non è sufficiente a rendere un territorio più sicuro e, senza una reale azione di contrasto alla criminalità, il territorio ben presto tornerebbe ad essere il luogo insicuro e degradato che era in precedenza (così come nascondere la polvere sotto al tappeto non rende la casa più pulita). Ecco che quindi si afferma la consapevolezza che l’azione pubblica può fungere sicuramente da impulso, scatenante un meccanismo più ampio e virtuoso, capace di produrre risultati concreti nella lotta alla criminalità. Sulla base di tale impulso la percezione di sicurezza vissuta dai residenti di un determinato quartiere può fungere da reattore, portando quest’ultimi a riappropriarsi del territorio in cui vivono, frequentare gli ambienti e gli spazi comuni, prendendosene cura e soprattutto occupandoli a beneficio della stessa comunità (luoghi presidiati non saranno attaccati da malviventi e malintenzionati). 

Ecco quindi spiegato l’obiettivo del questionario: misurare l’effettiva percezione mentale dei residenti di un determinato quartiere, riferito alla sicurezza e a tutte le dinamiche ad essa correlate, allo scopo di fornire dati quanto più reali e precisi, sulla base dei quali poter sviluppare l’azione più efficace per rendere quel quartiere un luogo in cui vivere più serenamente.

Associazioni ed Amministrazioni comunali possono promuovere ed attivare il sondaggio nel proprio comune contattando la nostra Segreteria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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