IL CONVEGNO “CONTROLLO DI VICINATO. DALLA COMPLEMENTARIETÀ ALLA SUSSIDIARIETÀ” CHE SI È TENUTO A MODENA IL 31 MARZO 2019 È STATO ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONTROLLO DI VICINATO, COL PATROCINIO DEL COMUNE DI MODENA.

Al convegno hanno partecipato come ospiti il Sottosegretario al Ministero della Giustizia, On. Jacopo Morrone, il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, la Vicecomandante della Polizia Locale di Modena Patrizia Gambarini, il Presidente di EUNWA Karl Brunnbauer e i referenti dei gruppi di Controllo di Vicinato attivi nei territori di Modena, Bologna, Ravenna, Forlì, Parma, Piacenza e Venezia.

Hanno partecipato come relatori:

  • Angelo Tancredi (Vicequestore della Polizia di Stato - Ravenna);
  • Denise Camorani (Direttore Centro servizi per il volontariato – Ravenna);
  • Mirco Bagnari (Consigliere della Regione Emilia Romagna);
  • Paola Guerra (Fondatrice e Direttrice della Scuola Etica & Sicurezza Milano-L’Aquila);
  • Mauro Bardi (Libra ONLUS – associazione che si occupa del supporto alle vittime di violenza di genere);
  • Umberto Nicolini (Fondatore di Labqus Milano – associazione per la qualificazione urbana & sicurezza);
  • Paola Baratelli (Avvocato penalista del foro di Milano – promotrice di progetti didattici di educazione alla legalità nelle scuole secondarie di primo e secondo grado);
  • Francesco Caccetta (Presidente dell’Italian Neighbourhood Watch Association - INWA).

Il Controllo di Vicinato in Italia, promosso da diverse associazioni, è formato da oltre 2000 gruppi e coinvolge circa 100.000 famiglie che abbracciano il principio che “Il miglior antifurto è il tuo vicino di casa”. 

Organizzando il convegno, ANCDV ha voluto evidenziare le nuove forme di partecipazione sussidiaria dei cittadini alle politiche sociali e di sicurezza approntate dalle pubbliche amministrazioni. I residenti attraverso la sorveglianza degli spazi privati, condivisi e comuni, si prendono cura della propria comunità, assistendo e proteggendo le persone considerate più fragili ed esposte al rischio di vittimizzazione (anziani soli o donne maltrattate). Questa azione si sviluppa soprattutto attraverso il coinvolgimento dei residenti in progetti di cittadinanza attiva, mantenendo un dialogo costante tra vicini di casa ed informando senza indugio le Forze dell'Ordine, quando necessario. 

Nel suo discorso introduttivo il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, ha riportato i risultati ottenuti attraverso l'attuazione del progetto CDV nel territorio comunale, ringraziando la comunità per il valore aggiunto che ha apportato alla sicurezza del territorio. "Ringrazio l’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato, i coordinatori dei gruppi, la polizia locale e tutti coloro che sono coinvolti nel progetto, per i risultati ottenuti attraverso la collaborazione tra Amministrazione e cittadini.”… “Grazie a questa sinergia abbiamo avviato il progetto CDV nel 2017, a seguito della sottoscrizione del protocollo tra il Comune e la Prefettura di Modena. Si sono costituiti 52 gruppi per oltre 1500 cittadini coinvolti.”.

L’onorevole Jacopo Morrone, Sottosegretario al Ministero della Giustizia, ha dichiarato: “Ringrazio l’Associazione Nazionale Controllo Di Vicinato per l’invito di oggi. Condivido ogni parola espressa dal sindaco Muzzarelli. Il progetto di Controllo di Vicinato è lodevole perché può aiutare le istituzioni e le forze dell’ordine nel loro operato. Attraverso il dialogo aperto e costante si può ottenere molto”. Il governo vuole investire su legalità, sicurezza e giustizia perché ritiene si possa fare qualcosa di concreto se si muovono più variabili. Poche settimane fa è stata approvata la riforma sulla legittima difesa. “Non è un invito ad armarsi (la miglior arma per i cittadini è il telefonino per chiamare le Forze dell'Ordine).” È in fase di approvazione anche la riforma del rito abbreviato, la quale prevede l’incompatibilità del rito per tutti i reati puniti con la pena detentiva dell’ergastolo. (l’istituto del rito abbreviato, in Italia, prevede uno sconto di pena automatico pari ad un terzo della pena stabilita per coloro che scelgano il rito abbreviato che riduce di molto i tempi di durata del processo e fa quindi risparmiare soldi ai contribuenti). “Con la riforma non sarà più possibile applicare questo rito ai procedimenti per i quali si contestino reati puniti con la pena dell’ergastolo. Questo perché riteniamo si debba evidenziare che le regole ci sono e vanno rispettate, da tutti. Chi si macchia di un crimine punito con l’ergastolo non deve poter beneficiare di sconti di pena soltanto perché sceglie un procedimento piuttosto che un altro. Se è colpevole deve scontare ogni giorno previsto dal Codice Penale per la commissione di quel reato”.

Il viceministro ha poi parlato del progetto di legge “Codice Rosso”, il quale prevede maggiori attenzioni nei confronti delle donne vittime di reati. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione sta promuovendo questo progetto di legge per far sì che le donne vittime di aggressioni, minacce o violenze possano denunciare con più sicurezza chi le opprime. Secondo il progetto di legge, il giudice per le indagini preliminari, appena ricevuta la notizia di reato, dovrà sentire la denunciante entro 72 ore dal ricevimento della notizia. Questa previsione è posta con l’obiettivo di capire se sia il caso di adottare in tempi brevissimi un provvedimento cautelare nei confronti del denunciato e quindi mettere al sicuro la donna che denuncia. 

Karl Brunnbauer, presidente di EUNWA, è intervenuto ringraziando per l’invito ed evidenziando che “Non è facile convincere le persone che vivono attorno a noi che abbiamo tutti la responsabilità di prenderci cura dei luoghi in cui viviamo, siano essi privati o comuni. Perché dalla loro cura dipende la sicurezza e la qualità della nostra vita. Le persone non sono solo portatrici di bisogni (ad esempio, il bisogno di sicurezza) ma anche di capacità (ad esempio, la capacità di fare buona prevenzione contro la microcriminalità).”… “La cura degli ambienti comuni dovrebbe essere la naturale estensione della cura che mettiamo per proteggere i nostri spazi privati. Dobbiamo affermare con forza che anche gli spazi pubblici “sono casa mia”. Questa attitudine genera “naturalmente” coesione sociale, senso di appartenenza, sostenibilità, integrazione, territorialità e rafforzamento dei legami di comunità.”

Denise Camorani ha iniziato il suo intervento citando il Prof. Stefano Zamagni – presidente della “Pontificia Accademia delle Scienze Sociali”: “non avremo mai felicità in forma civile se non avremo luoghi”, evidenziando come l’azione dei cittadini possa avere una grande importanza nella costruzione di questi luoghi, nella rigenerazione della comunità. 

La cittadinanza attiva può contribuire ad una più forte interazione positiva tra cittadini, associazioni e istituzioni. Nel 2018 in Italia è entrata in vigore la riforma del Terzo Settore, per dare maggior valore all’associazionismo, al volontariato, alla co-progettazione e accordi con la Pubblica Amministrazione. I dati del Ministero del Lavoro rivelano che un italiano su 8 svolge attività di volontariato a beneficio della comunità. Sono 6,63 milioni i volontari in tutta Italia. Il 32% di questi volontari sono impegnati nel sociale, soprattutto nelle reti di collaborazione e vicinanza. La riforma ha spinto molto sul valore dell’azione sussidiaria dei cittadini nel “welfare di comunità”, che si è sempre più evoluto ed è divenuto più efficiente contribuendo alla serenità e sicurezza delle comunità. 

Paola Guerra ha sottolineato come le metodologie di risk analysis delle aziende sulla sicurezza possono essere simili anche per le città e le comunità. Ad esempio, nella città de L’Aquila post terremoto, sono stati effettuati studi sulla sicurezza urbana per la ricostruzione della città terremotata anche guardando alla ricostruzione della socialità all’interno di quelle aree disastrate. Al centro dei progetti di ricostruzione viene posta la “persona”. La sicurezza può essere alimentare, ambientale, aziendale… e l’essere umano ha bisogno di sicurezza. Tutti coloro che operano nella sicurezza, a qualunque titolo, hanno una missione comune: far conoscere quali sono i rischi che si possono incontrare e mitigarli. I rischi non potranno essere azzerati completamente ma potranno essere ridotti significativamente. Si pone quindi maggior attenzione all’informazione ed alla cultura del rischio. Un cittadino attivo è un elemento fondamentale, sia a livello di prevenzione sia durante uno stato di emergenza. 

Paola Baratelli, nel suo intervento ha condiviso il progetto di educazione alla legalità rivolto alle scuole secondarie. I ragazzi vanno incoraggiati ed ascoltati. Bisogna sforzarsi di comprendere le ragioni profonde della loro realtà, anche quando fosse "fuori regola" e bisogna sforzarsi di trovare il giusto canale di comunicazione per far comprendere loro l'importanza del rispetto delle regole, non solo a livello di imposizione, ma anche e soprattutto, nell'ottica di una migliore e più felice convivenza. Per fare questo il modello utilizzato è di lezioni partecipate, discusse e condivise, con questionari per stimolare la discussione e con role play, arrivando a costruire un caso: dalle indagini alla sentenza attraverso il processo. Questo permette ai ragazzi di immedesimarsi nelle parti, e comprendere così valore e disvalore delle loro azioni, e di imparare ad argomentare, e comprendere così che ogni azione - positiva o negativa che sia - ha delle conseguenze, che impongono delle responsabilità. 

Umberto Nicolini ha evidenziato come il dualismo tra paura e sicurezza è superato. Oggi il tasso della paura è valutato secondo altri indici. L’insicurezza nasce da fattori di incuria, comportamenti antisociali e senso di ingiustizia. Come rispondere alla domanda di sicurezza? Essa nasce dal rischio, dalla concreta possibilità di essere vittime di un furto o di un reato. Quindi le politiche dell’amministrazione pubblica dovranno tenere in considerazione questi aspetti, soprattutto intervenendo sulla cura del territorio ed il contrasto al degrado, anche in riferimento all’urbanistica del territorio. L’arredo urbano è molto importante per il contrasto al degrado e alla frequenza dei luoghi e degli spazi pubblici. 

Mauro Bardi ha ricordato che il principio di sussidiarietà è preso in considerazione anche in riferimento all’assistenza delle vittime dei reati. L’art. 118 della Costituzione italiana fa specifico riferimento al principio di sussidiarietà. Esso è collegato al principio dell’arretramento del Welfare State(tutte le volte che l’intervento dello Stato in riferimento al benessere del Paese diminuisce, aumenta l’esigenza di intervento da parte di tutti gli altri attori che svolgano tali funzioni al posto dello Stato). Il diritto europeo guarda con particolare occhio di riguardo alla cosiddetta “vittima del reato”. L’art. 8 della Direttiva UE n. 29/2012 statuisce che gli stati membri dovrebbero incentivare le organizzazioni della società civile che lavorano con le vittime del reato. Si fa quindi riferimento al principio di sussidiarietà anche con riferimento al trattamento delle vittime di reato. La vittima deve avere accesso a specifici spazi di assistenza e servizi di assistenza specializzati (anche attraverso organizzazioni pubbliche o non governative).

Francesco Caccetta, nell’ambito delle attività di Controllo di Vicinato, ha sottolineato l’importanza che il progetto, pur avendo i suoi punti di forza nelle strette relazioni di vicinato, non perda mai di vista la sua componente scientifica e criminologica. Durante il suo intervento ha illustrato alcune “leggende metropolitane” relative alla pratica del Controllo di Vicinato riportandole nell’ambito del loro rigore scientifico.

Durante il convegno sono stati conferiti quattro premi “Clara Cardia Award” a tre volontari fortemente impegnati a promuovere il Progetto Controllo di Vicinato nelle proprie aree di intervento - Paola Dall’AstaMassimo CartelliGiorgio Frignani - e un premio collettivo ai primi quattro gruppi di Controllo di Vicinato della Città di Modena. In rappresentanza dei gruppi hanno ritirato il premio Gabriella Gallied Enzo Palmieri.

Ha chiuso il convegno il Presidente di ANCDV ricordando che l’azione sussidiaria dei cittadini può portare a grandi risultati nella costruzione di comunità più sicure perché meno vulnerabili.

Ringraziando i relatori per i loro contributi ha dato appuntamento al convegno del 2020, con l'auspicio di poter allungare la durata del convegno e di aumentare il numero di relatori, coinvolgendo anche altri esperti europei sul tema della “sicurezza partecipata” per una maggiore condivisione dei temi trattati.

I video integrali degli interventi sono disponibili sul canale YouTube di ANCDV

 

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