Il Controllo di Vicinato è un progetto tipicamente e concettualmente apolitico. Nell’adozione di questo progetto, la funzione specifica delle Amministrazioni comunali è quella di adottarlo, sostenendo i gruppi di vicinato, favorendo la loro costituzione e mettendo a loro disposizione spazi e strumenti per gli incontri formativo-informativi. La Pubblica Amministrazione, nella sua funzione pubblica, non di parte politica bensì di soggetto pubblico che persegue gli interessi collettivi dell’intera comunità di riferimento, è unica depositaria dell’azione pubblico-amministrativa, pertanto svolge un ruolo fondamentale nell’attuazione del Controllo di Vicinato. Essa si fa promotrice di buone pratiche di civile convivenza e contrasto alla devianza; incoraggia il dialogo tra cittadini e Forze dell'Ordine e si mette al servizio di questi ultimi, fornendo loro tutti gli strumenti più idonei alla prevenzione del degrado (urbano e sociale) oltre che dei comportamenti antisociali, che generano insicurezza.
La sicurezza è un bene collettivo, che deve essere garantito ad ogni singolo cittadino. Il controllo di vicinato non si fonda su precetti politici partitici, al contrario, si basa su specifiche teorie sociologiche e psicologiche sulla prevenzione del degrado e della devianza, con l’unico fine di contrastare tali fattori criminogeni, prevenendo l’azione delittuosa all’interno delle comunità.
Controllo di Vicinato significa andare oltre le singole convinzioni politiche e collaborare con ogni attore coinvolto, al di là delle ideologie di partito. Il progetto non ha appartenenza politica, al contrario, si fonda sulla collaborazione, disinteressata ed inclusiva, con l’unico fine di incrementare la coesione sociale finalizzata alla risoluzione di problemi comuni.
Esistono diverse forme di aggregazione per lo svolgimento di attività di controllo sociale del territorio e nessuna di queste può essere in competizione con le altre. Obiettivo specifico del CDV è lavorare tutti per il medesimo fine: prevenzione e contrasto della devianza e della microcriminalità.
Il Consiglio Direttivo