Per tutelare i propri diritti o per altri motivi, filmare e fotografare agenti delle Forze dell'Ordine è legale? La domanda a cui rispondiamo in questo focus è attualissima considerati i tempi di limitazione delle libertà personali per l'emergenza sanitaria. 

Tra misure restrittive, manifestazioni, proteste e crisi economica dovuta alla pandemia, torna alla ribalta la questione della liceità nel riprendere l'operato delle forze di Polizia e della conseguente divulgazione di foto, video, audio sui social, spesso montati ad arte per trasmettere messaggi diversi da quelli reali, magari con parti appositamente tagliate, fondamentali per capire il senso di quanto sia accaduto. 

Mai come nell'anno della pandemia Covid sono stati diffusi sul web e sui social network tanti video relativi ai controlli di sicurezza effettuati da agenti delle Forze dell'Ordine per accertare il rispetto delle disposizioni anti-Covid previste nei vari DPCM emanati. A tutto questo si aggiungano le più recenti proteste contro l'adozione del Green Pass.

È lecito per il cittadino filmare le Forze dell'Ordine in servizio? Ad esempio, riprendere la Polizia o i Carabinieri durante un controllo o una perquisizione in casa? Oppure è reato? Quando è vietato dalla legge?

È lecita la divulgazione pubblica di foto, video, audio o si viola la privacy? Cosa si rischia e quando?

Filmare e fotografare agenti delle Forze dell'Ordine è legale? Cosa dice la legge italiana

Riguardo alle registrazioni (non alla diffusione delle stesse), in Italia non esiste una specifica legge che vieti in linea generale di riprendere, registrare audio o fotografare Polizia, Carabinieri o Guardia di Finanzia nello svolgimento delle loro mansioni. È lecito entro certi limiti: si applicano le indicazioni sulla divulgazione delle immagini e sulla protezione dei dati personali.

In base alla nota 14755 del 5 giugno 2012, il Garante Privacy stabilisce che funzionari pubblici e pubblici ufficiali (incluse le forze di Polizia presenti in manifestazioni o eventi pubblici o impegnate in operazioni di controllo) possono essere filmati e fotografati a meno che non sia stato espressamente vietato dall'Autorità pubblica con un provvedimento amministrativo (ad esempio, per un'attività soggetta a segreto istruttorio).

Gli agenti delle Forze dell'Ordine possono essere ripresi e fotografati in un luogo pubblico o mentre procedono ad un controllo/perquisizione nel domicilio privato di chi effettua la ripresa. Se, invece, si tratta di un'abitazione altrui, senza il consenso del proprietario di casa la ripresa non sarà lecita.

In particolare, è perfettamente legale riprendere in video o fotografare un agente che abusa del proprio potere utilizzando il materiale (foto, audio, video) per produrlo in giudizio, in tribunale, per incriminare l'autore di un reato o difendersi da una falsa accusa. Insomma, è lecito tutelare i propri diritti quando c'è di mezzo un reato senza doversi preoccupare di oscurare il volto dell'agente ripreso.

Si possono pubblicare foto e video delle Forze dell'Ordine? Tutela della privacy e diritto di cronaca

Un conto è difendersi in tribunale mostrando le prove per tutelarsi; un altro conto è diffondere pubblicamente foto, video e audio di agenti delle Forze dell'Ordine indiscriminatamente senza neanche oscurare/sfocare i volti. Non si possono utilizzare le riprese come si vuole: qui entra in gioco la tutela della privacy, per gli agenti come per tutti i cittadini. Si applicano le normali leggi sulla privacy che impediscono la diffusione di immagini e dati personali senza il consenso degli interessati.

In sintesi, non è lecito divulgare materiali fotografici, video e audio che identificano gli agenti. Chi ha intenzione di pubblicare un filmato deve escludere/censurare i tratti distintivi dell'agente ripreso: basterà oscurare il volto e rendere la voce irriconoscibile.

La diffusione di un filmato o di una foto che riprende agenti delle Forze dell'Ordine è protetta dal diritto di cronaca (tv, radio, stampa, web). Ciò significa che è lecito (anche per chi non è giornalista professionista) diffondere il materiale se lo scopo è divulgare una notizia rilevante, di interesse pubblico (ad esempio, in caso di abusi di potere o negligenze) senza peraltro ledere la dignità e il decoro dei soggetti ripresi. 

È sempre valida, nel giornalismo, la regola di evitare di mostrare dettagli che non aggiungono nulla al senso della notizia diffusa. Devono sempre essere rispettati i criteri di essenzialità, interesse pubblico e veridicità dell'informazione.

Polizia USA: il trucco per non farsi riprendere quando commette abusi

A proposito di abusi di potere commessi dalle Forze dell'Ordine da divulgare secondo il diritto di cronaca. La polizia americana, secondo quanto hanno denunciato a febbraio alcuni attivisti, ha trovato un escamotage per non farsi filmare ed agire nella totale impunità commettendo atti violenti ed abusi di potere. Usa gli algoritmi dei social che tutelano il copyright per non farsi riprendere

Quando gli agenti di Polizia si accorgono di essere ripresi, cominciano a riprodurre musica coperta da copyright tramite smartphone a volume abbastanza alto da essere riconoscibile. In questo modo, gli algoritmi di Instagram, rilevando le violazioni del copyright, rimuovono automaticamente i video.

Il primo caso di questo tipo è stato scoperto a Beverly Hills

Riprendere agenti delle Forze dell'Ordine quando è vietato: cosa si rischia?

Se la divulgazione o condivisione delle informazioni non ha come unico scopo il diritto di cronaca, il giudice dovrà valutare la presenza di eventuali violazioni come "trattamento illecito di dati" (art. 167 del codice della privacy, D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196) o altre trasgressioni di natura civile o penale. 

La persona ripresa che si sente offesa dalle immagini o video divulgati può denunciare il fatto e tentare le vie giudiziarie: dovrà dimostrare che il materiale è realmente diffamatorio o dannoso. Spetterà al giudice valutare l'eventuale reato commesso (ad esempio, diffamazione) per determinare la pena ed eventuali risarcimenti.

Nel caso in cui un cittadino decida di fotografare, registrare o filmare un agente in una circostanza espressamente vietata dall'Autorità pubblica cosa succede? Cosa si rischia?

In tal caso, si commette il reato di “rivelazione di segreto di Stato” (art. 261 c.p.) punito con la reclusione fino a 5 anni. Chi rivela o tenta di rivelare informazioni segrete o notizie non divulgabili mette a rischio la sicurezza pubblica.

Riprendere un poliziotto mentre fa una multa è legale?

A questa domanda ha risposto l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE (conclusioni del 27.09.2018 causa C-345-/17).

La Polizia ti ferma per un controllo mentre sei alla guida della tua auto ad una normale andatura. Hai un appuntamento, sei in ritardo ed hai fretta ma gli agenti se la prendono comoda ed avviano un'ispezione: apertura del portabagagli, verifica dei documenti, una domanda dietro l'altra. Sei nervoso e scambi un semplice controllo per abuso di potere da parte della Polizia. Così, prendi lo smartphone ed inizi a registrare tutto pubblicando la diretta sui social network. Un grave errore. Ti arriva una denuncia per violazione della privacy e intralcio alle Forze dell’Ordine. 

Si può filmare la Polizia mentre fa una multa? 

Secondo l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE è vietato riprendere e diffondere immagini di pubblici dipendenti nel pieno svolgimento delle loro mansioni senza il loro consenso. Si tratta di attività che devono essere coperte da privacy. L'esposizione ad un'ampia platea potrebbe ostacolare l'esercizio di funzioni delicate come i controlli della Polizia anche se non vengono pubblicate informazioni sensibili come il nome degli agenti.

Caricare informazioni personali su Internet è un trattamento di dati altrui e non si può diffondere online un interrogatorio della Polizia o delle altre Forze dell'Ordine. Le regole del GDPR (il nuovo regolamento europeo sulla privacy) sono particolarmente rigide e le sanzioni più severe rispetto al passato. Insomma, riprendere un poliziotto mentre fa una multa, un interrogatorio o un'ispezione è un illecito penale. Non sarebbe tale se gli agenti dessero il loro consenso ad essere ripresi o se venisse ripreso un grave abuso di pubblico interesse oppure se volti, voci e dati personali degli agenti venissero oscurati, censurati.

Domanda inversa: gli agenti di Polizia possono filmare operazioni e controlli?

Il 20 marzo 2019, un poliziotto ha ripreso con lo smartphone la scena di un uomo arrestato e condotto in commissariato che era andato su tutte le furie. Il video, condiviso su WhatsApp, è diventato subito virale. L'uomo ripreso si è rivolto al Garante privacy denunciando il fatto per ottenere giustizia. L'Authority ha condannato il Ministero dell'Interno per violazione delle norme sulla privacy. 

Il provvedimento 236/2020 del Garante Privacy stabilisce che il pagamento del risarcimento dei danni spetta al titolare del trattamento dei dati ovvero al Comune (per atto commessi dalla Polizia municipale) o al Ministero dell'Interno (se la violazione della privacy fa capo alla Polizia di Stato). A livello penale ne risponde l'agente che ha immortalato la scena.

Il rispetto della riservatezza vale anche per le Forze dell'Ordine. Un poliziotto o un carabiniere non può filmare le attività svolte nei confronti di un cittadino riprendendo il suo volto. Non può filmare controlli ed operazioni così come non può farlo il privato cittadino nei confronti dell'agente delle Forze dell'Ordine.

Filmare operazioni critiche di polizia e condividerle in chat significa violare la legge anche se a farlo sono poliziotti.

La Polizia può realizzare filmati esclusivamente per finalità istituzionali (acquisire prove di un delitto, conservare traccia degli interrogatori), non per scopi diversi come la semplice curiosità. Non può assolutamente condividere questo genere di video sui social network.

Francesco Ciano

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